lunedì 13 novembre 2017

Il book festival, Pisa e le chiacchiere fuori dal festival

Non si prende un treno la sera di uno sciopero generale dei trasporti solo per andare all’ennesima fiera del libro. I libri si possono acquistare ovunque, le librerie organizzano incontri e tavole rotonde tutto l’anno, le piccole e medie case editrici si riuniranno a Roma, a Più libri più liberi, tra pochi giorni. Il Pisa book festival è il solito pretesto per riempire lo zaino, tornare in una bella cittadina e incontrare qualche amico. Perché, vanno bene i social, ma vuoi mettere star seduti intorno a un tavolo a chiacchiera con tre toscanacci e un ligure? Il vino novello e la pappa al pomodoro si intrecciano con racconti di viaggio, esperienze di lettura, minuscoli frammenti di vita e uno scambio schietto di idee che i social non potranno mai garantire.


Le Piagge
Poi c’è anche la fiera, la dimensione ridotta della manifestazione che permette di sfogliare i libri con calma, leggiucchiare un titolo già adocchiato in precedenza, scoprire le ultime uscite, fare quattro chiacchiere con un editore sconosciuto. È quanto accade con Riccardo Greco, traduttore, docente di letteratura brasiliana e portoghese nonché editore della Vittoria Iguazu Editora, piccola realtà editoriale con sede a Livorno. La cerco tra gli espositori perché ha pubblicato un testo di Eça de Queirós (autore in cui mi sono imbattuta leggendo Il venditore di passati di Agualusa), ma senza averne approfondito la storia editoriale. Scopro che Riccardo Greco, allievo di Tabucchi, ha studiato a Siena nel mio stesso periodo. Parliamo dei classici fuori catalogo, delle difficoltà dell’editoria, delle meravigliose stampe che circondano il suo banchetto, e delle stradine di Siena in cui aleggia lo spirito di una figura che non c’è più. Nostalgia di giorni sempre più lontani. Impossibile andare via a mani vuote.


Arriva la parte più bella della fiera: book in town, il festival fuori dal festival, i libri entrano nei bistrot, nei pub, nelle tappezzerie o tornano a casa loro (nelle librerie. Indipendenti). I lettori si mescolano con la città, ne esplorano spazi sconosciuti, vanno alla ricerca di vie che non avrebbero attraversato, chiacchierano con persone che avrebbero ignorato tra i banchetti più o meno affollati della fiera.
Forse è questa la formula da seguire (sempre che ce ne sia una): i libri dovrebbero uscire da nuvole e palazzi dei congressi e avventurarsi tra i vicoli di piccoli borghi, nei parchi delle città, nelle piazze, nei teatri, tra i sentieri dell’Appenino. Bisognerebbe andare oltre la conta dei biglietti venduti e dei libri imbustati nel corso degli eventi commerciali e trovare modi alternativi per far conoscere anche le pubblicazioni dei piccoli editori.

Così, in serata, si va nello spazio espositivo della storica tappezzeria Martinelli, tra le più antiche d’Italia. Sprofondati in divani che, ahimè!, difficilmente potranno entrare a casa nostra (non ora, almeno), ascoltiamo Paolo Ciampi. Paolo è un camminatore, giornalista, scrittore, blogger, buongustaio, gran lettore… insomma, tante cose, ma questa sera è prima di tutto un affabulatore. Dovrebbe presentare una delle sue ultime fatiche, L’aria ride (scritto con Elisabetta Mari, edito da Aska), racconto del viaggio a piedi tra i luoghi di Dino Campana e Sibilla Aleramo, ma è tutta una digressione. Si va dalla Via degli Dei al sentiero di Matilde di Canossa, dalle potenziali pedalate lungo il Po ai tortelli emiliani, si attraversano borghi deserti e frazioni popolate da appena 3 persone, tra pranzi luculliani e storie di fantasmi. 



Ancora una volta, viene voglia di acquistare una mappa, puntare il dito, mettere due libri nello zaino, indossare un paio di scarponi e partire.     


Il bottino del Pisa book festival

13 commenti:

  1. Grazie per questo vivace reportage! Non potendo muovermi, ho potuto farlo comunque attraverso il tuo racconto:-)

    p.s.
    bella la foto autunnale.. Immagino sia sul lungarno..

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    1. Immagini bene. Una splendida giornata autunnale, la vivacità di una cittadina universitaria e l'allegria di quando si fanno le cose che ci piacciono. Ma che bella la Toscana!

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    2. Per dirla tutta, la foto (gentilmente messa a disposizione dal coniuge) rappresenta le Piagge, luogo di ritrovo di sportivi, naturalisti e amici a quattro zampe.

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  2. Per un pelo non partivo...ma il prossimo anno lo faccio davvero.

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    1. Ci rincorriamo. Riusciremo ad incrociarci prima o poi?

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  3. Credo di aver vissuto il lato più brutto del Pisa Book Festival (quando tutta una sala fu bidonata dal portoghese Viegas), dunque posso ben dire che questo post mi ha riappacificato col Festival e le sue formule innovative.
    PS bottino molto invidiabile, anzi, invidiabilissimo!

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    1. Ti ho pensato parecchio quando sono entrata nella sala in cui pensavo di trovare Rosa Liksom (come da programma), ma lei non c'era per un non meglio precisato imprevisto.
      Il bottino del vagabando (e stavo per prendere anche un giallo cinese. Frequento cattive compagnie...)

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  4. Quando una che ama leggere incontra libri, lettori e scrittori, l'amore trasuda 😀

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  5. Ci sono un sacco di book festival interessanti in giro per l'Italia, spero sempre di riuscire a organizzare qualche giro ma è difficile conciliare esigenze lavorative e familiari... dall'esordio del tuo post deduco che sarai a Roma per PLPL? Io non vedo l'ora, l'anno scorso ci sono stata per la prima volta e mi è piaciuto un sacco. Mi dispiace che non sia ancora uscito il programma, per poter organizzare al meglio la mia partecipazione (un giorno solo? più ingressi?) - o almeno io non l'ho ancora visto: tu ne sai qualcosa in più? Comunque se sarai a Roma sarebbe bello incrociarci, per un caffè e una chiacchiera libraria. Mandami un mail se ti fa piacere vederci... per il resto, buone letture!

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    1. Questa volta ci organizziamo: le fiere senza caffè con gli amici servono a poco!

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  6. Non ricordo dove avessi letto di Eça de Queirós, forse tra i Bartleby di Vila-Matas...
    Pisa fa rima con Tabucchi, ogni occasione è buona per una visita!

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    1. Come darti torto! In generale, c’è sempre un buon motivo per fare un salto in Toscana!

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